Mercoledì 16 Novembre ho avuto il piacere di ascoltare il faccia a faccia tenutosi al MART di Rovereto tra l'architetto giapponese Shigeru Ban e l'architetto svizzero Mario Botta, moderato dalla giornalista Susanna Legrenzi.
Dopo una breve e doverosa introduzione sui curricula dei due architetti, l'architetto Ban ha iniziato a presentare il proprio lavoro e le proprie opere in un piacevole speech solitario (pare da lui specificamente richiesto) corredato da magnifiche immagini.
Ban ha iniziato esprimendo il suo grande disappunto per le costruzioni per committenti danarosi o per l'architettura dedicata a "pochi". Ha iniziato mostrando quindi i suoi primi lavori che partivano da concetti molto semplici e chiari: la sua "Furniture house 1", una villa in Giappone che come struttura portante verticale usa solamente i mobili di legno necessari alla vita della casa stessa; tale casa possiede una tecnica costruttiva di assemblaggio che permette l'autocostruzione e un costo molto basso. Procedendo nella sua narrazione l'architetto giapponese ha esposto alcune sue ville costruite in Giappone e in USA, nelle quali ha reinterpretato i concetti e gli spazi di Mies e comparando le sue ville con la Farnsworth's House e il padiglione Barcelona. I casi proposti hanno riguardato la Sagaponac House a Long Island, la Wall Less House a Nagano e la Nine Square Grid House a Kanagawa.



